
OSSERVAZIONE
O PROIEZIONE
Hai mai disegnato un giudizio?
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Ti ricordi quando da piccoli disegnavamo sui volti delle riviste? Io ad esempio trasformavo le signore della Settimana Enigmistica in dive da Oscar o in streghe da film horror. Bastava una matita: ciglia finte da cigno, occhiaie da vampiro, e voilà! La metamorfosi era servita.
Per me disegnare era, paradossalmente, un modo per cercare di stare più attenta in classe ma di questo parleremo un'altra volta.
Comunque, questo disegnare, nel senso proprio di modificare e anzi, a volte deformare la realtà di un'immagine, ci conduce al fatto che facciamo la stessa identica cosa con le persone. Ogni giorno.
Vediamo qualcuno e subito partiamo con il nostro kit da make-up artist mentale. Ci piace? Pennellate di fascino e intelligenza. Ci sta sui nervi? lo "imbruttiamo" immediatamente. Il problema? Non vediamo mai la persona vera... vediamo il nostro "capolavoro" artistico. Che ce ne accorgiamo o meno, sia chiaro.
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La realtà senza filtri
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Le proiezioni sono il nostro Photoshop interiore che gira in automatico. Un meccanismo psicologico che ci fa appioppare agli altri pensieri, emozioni e difetti che - sorpresa! - sono nostri. E il bello è che neanche ce ne accorgiamo.
Se qualcuno ci conquista, diventa automaticamente più gentile, brillante e affascinante di quanto sia davvero. Se ci irrita, ecco che spuntano arroganza, freddezza e mille altri difetti. Ma la domanda è: stiamo guardando loro o il nostro riflesso?
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La gomma per cancellare i pregiudizi
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Qui entrano in scena due meravigliosi strumenti di cui sono esperta e appassionata: la Comunicazione Empatica (CNV) e le Costellazioni Familiari. Sono come quella gomma magica che cancella tutto senza rovinare il foglio: ci aiutano a togliere il trucco mentale, a mettere in stand by le etichette e a vedere le persone per quello che sono davvero. Reali, vere, senza filtri.
E solo da lì possiamo iniziare a farci le domande giuste: Cosa sto veramente vedendo? Dove finisce la realtà e inizia il mio film mentale in 3D? Quale emozione mi sta guidando? Che bisogno ho? Quali parti ferite di me proiettano quelle immagini?
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Addio sfera di cristallo
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Quando comunichi, ad esempio, da dove parti? Dall'etichetta preconfezionata ("sei il solito arrogante"), dalla previsione che poi si avvera ("tanto so già come va a finire"), oppure da un'osservazione neutra tipo "oggi hai parlato soprattutto di te durante la conversazione"?
Parlare partendo dai fatti, invece che dalle nostre proiezioni, è come togliersi gli occhiali rosa (o neri): il mondo diventa più nitido, più vero, più umano. E la connessione con gli altri assume nuova densità e profondità.
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I superpoteri dell'osservazione neutra
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Osservare SENZA proiettare è un "superpotere" che abbiamo tutti!
Riduce i conflitti - Quando vediamo l'altro com'è (e non come lo temiamo o lo vorremmo), iniziamo finalmente a capirlo.
Ci fa evolvere - Riconoscere una proiezione è come guardare ai raggi X del nostro mondo interiore. Illuminante e a volte scomodo. Ma ci conduce fuori dal reame delle illusioni per riportarci alla realtà, unico spazio per dei cambiamenti evolutivi.
Rende la comunicazione cristallina - Descrivere i fatti apre conversazioni; descrivere le nostre interpretazioni spesso le ammazza sul nascere e attiva subito posizioni difensive negli altri.
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Metti alla prova il tuo "nuovo" superpotere
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Invece di dire "sei sempre un disastro", prova con "oggi non avevi i documenti con te". Invece di pensare "quella persona è insopportabile", chiediti "quale emozione mi scatena e quale mio bisogno tocca?"
La proiezione ci separa. L'osservazione neutra ci connette. La prima ci fa reagire con un automatismo dietro l'altro. La seconda ci invita a scegliere da esseri umani consapevoli. Lo possiamo fare dunque decidendo di connetterci empaticamente con noi e con gli altri. La CNV ci dà il vocabolario per esplorarle senza perdere la bussola. E lo possiamo fare anche grazie agli strumenti della Prospettiva sistemica. Le Costellazioni Familiari sono infatti il nostro specchio dell'anima: svelano le lenti segrete con cui guardiamo il mondo. Nella pratica del Campo costellativo abbiamo la possibilità di osservare le cose come sono ("Riconoscere ciò che è" è proprio il titolo di uno splendido libro-intervista a Bert Hellinger) e quindi avere un comprensione profonda di cosa si cela dietro i nostri pregiudizi e le nostre narrazioni.
Insieme, questi strumenti di aiuto alla vita, ci riportano al punto di partenza: vedere le cose come sono. E da lì... si riparte. Con verità, leggerezza e quella meraviglia che nel tempo abbiamo perso.
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