
La nostalgia senza volto
del gemello perduto
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Il Gemello Superstite: un vuoto che parla d'amore. Una riflessione a partire dal film "Il mio amico in fondo al mare".
Quando siamo in due (o più) ma arriviamo in uno solo
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Molte persone vivono per anni — o per tutta la vita — con un senso di vuoto, di malinconia, di incompletezza. Una nostalgia indefinita, senza un volto preciso. Un "qualcosa" che manca, ma che non si riesce a nominare.
Con le Costellazioni Familiari, ad esempio, si può arrivare a scoprire una realtà tanto invisibile quanto profonda: essere nati gemelli, ma arrivati soli. Un fratello o una sorella che era con noi all'inizio della gravidanza ma che non è venuto al mondo. Un "amico invisibile" che in realtà era reale. Un amore profondo che è stato spezzato prima ancora di avere un volto.Di fatto il primo dei nostri lutti.
Questa esperienza lascia spesso un'impronta profonda: difficoltà nel separarsi, a volte un senso di solitudine anche in mezzo agli altri, la tendenza a cercare "l'altro mancante" in tutte le relazioni e tante altre manifestazioni. Il tema del Gemello Superstite è uno di quelli che più profondamente tocca l'anima di chi ha avuto accanto, per un breve tempo, un compagno di viaggio che poi è svanito.
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Ah, questa non è una recensione. È un sentire condiviso​
Il film "Il mio amico in fondo al mare" non è (solo) un documentario: è una narrazione simbolica, un racconto emozionale che vibra con queste tematiche profonde.
Se quello che leggi ti risuona è possibile che questa tematica riguardi anche te.
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L'immersione nel vuoto
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Il protagonista arriva a un punto della vita in cui il senso di vuoto e la mancanza di significato prendono il sopravvento. Si ritira da tutto e da tutti. Non ha più appigli, non ha più orientamento.
È la natura a richiamarlo. Senza pretese, senza parole. Solo con un invito silenzioso: immergiti e osserva.
Nel profondo di una foresta subacquea in Sudafrica, inizia così una ricerca senza nome, che in realtà è la ricerca di qualcuno. Di qualcosa che manca da sempre.
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L'incontro ​
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La creatura che trasformerà questa immersione esistenziale è un polpo femmina, intelligente, curiosa, gentile. Con pazienza e tenerezza, nasce un contatto speciale e intimo.
Una fiducia che si costruisce piano piano, fatta di silenzi, gesti, piccoli avvicinamenti. Una relazione che diventa simbolica: l'incontro con una parte dell'anima che era rimasta nascosta, ferita, distante.
Accettare il Destino dell'altro
Il protagonista assiste a tutto. Anche quando potrebbe intervenire, sceglie di non farlo. Rispetta il destino della creatura che ama, anche se soffre per lei.
Non la protegge dai predatori. Non interferisce con la sua gravidanza. E accetta la sua morte.
In quella testimonianza silenziosa e profonda, si manifesta qualcosa di sacro: l'accettazione del Destino dell'altro, anche quando fa male. Così come accade a chi, nella propria vita, ha perso un gemello mai nato.​
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Dal lutto, la rinascita con un amore che resta
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Davanti a quella morte, qualcosa finalmente si scioglie. Il lutto congelato di tutta una vita si trasforma in dolore consapevole, in senso ritrovato.
Il protagonista torna a vivere. Torna a occupare il suo posto nel sistema: Diventa padre, di nuovo. Condivide l'amore per il mare con il figlio. Crea una fondazione per proteggere l'habitat marino. Accompagna altri nelle immersioni, offrendo senso e bellezza.
Come spesso accade quando riconosciamo il nostro gemello scomparso: nasce qualcosa di utile, di nuovo, di buono. In suo onore.
Quella creatura marina non è più vivo. Ma resta nel cuore. Così come restano, per chi ha vissuto questa esperienza, i nostri gemelli non nati. Restano in una forma sottile e potente. Restano in un amore silenzioso. Restano come parte di ciò che ci ha resi quello che siamo.
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Una nota personale
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Una piccola conclusiva condivisione molto personale: anche io sono una gemella nata sola.
Un giorno, grazie al lavoro profondo delle Costellazioni Familiari, quel sentire indecifrato, antico ma costante, ha trovato un nome, un volto invisibile ma reale, una verità e soprattutto uno spazio di comprensione.
Da allora, molte cose si sono ricollocate e riconciliate. Quel vuoto, quel silenzio interiore, quella occasionale, eppure inspiegabile, malinconia sottile hanno iniziato a trasformarsi in altro, ad esempio in gratitudine, in una presenza più piena nella vita, in un rinnovato senso di responsabilità: quello di vivere - e farlo pienamente e con gioia - anche per chi ora non c'è più.
Parlo dunque di questo tema perché lo conosco da dentro, sebbene ciascuno di noi abbia un modo personale di sperimentare questa verità.
Se ciò che condivido può aiutare anche solo una persona a riconoscere i segnali di quel gemello mancante e iniziare un percorso di integrazione e rinascita, allora avrò avuto l'onore di innalzare anche io quella torcia che altre persone hanno usato prima di me per illuminare un pezzo di strada per me, e per noi.
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